Ambiente: “Che differenza c’è tra compostabile e biodegradabile?
Compostabile o biodegradabile? Troviamo spesso queste definizioni sulle confezioni dei prodotti acquistati pensando che siano due sinonimi, ma, in realtà, non è proprio così. La differenza tra un materiale compostabile e uno biodegradabile è proprio nel modo in cui devono essere smaltiti. Il primo si disintegra in meno di 3 mesi se a contatto con altri residui organici mentre il secondo, ha un 90% di materiale che si biodegrada entro 6 mesi. Praticamente le plastiche compostabili sono un sottoinsieme delle plastiche biodegradabili e oltre a essere biodegradabili sono anche disintegrabili e il loro processo di disintegrazione, se controllato e gestito nel giusto habitat, avviene entro i tre mesi.
A livello chimico il compostaggio è un processo che produce un materiale simile al terriccio scuro che, opportunamente sanificato e stabilizzato, è ricco di sostanze nutritive, utilizzate nella coltivazione. Quindi un materiale compostabile, se riciclato in modo corretto, si trasforma in fertilizzante biologico. Un materiale viene, invece, considerato biodegradabile quando viene scomposto da microorganismi naturali, in modo sicuro e rapido, per diventare acqua o gas, come il metano. La biodegradabilità è la capacità di un materiale di scomporsi in modo naturale per tornare a dare la vita al pianeta. Un prodotto è etichettato biodegradabile solo se il 90% della decomposizione avviene entro 6 mesi.
Quindi un cittadino che fa la raccolta differenziata deve essere a conoscenza che un packaging compostabile può essere trattato e smaltito insieme ai rifiuti organici, mentre i prodotti, come le plastiche biodegradabili, vanno gestite a parte. Il prodotto compostabile avrà un processo più veloce ma necessiterà di un ambiente adatto per scomporsi, insieme ai rifiuti organici. Quello biodegradabile avrà un processo di scomposizione più lento e dovrà essere conferito in una discarica specifica.
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