Energia: “Stop al Pun, ora entrano in campo i prezzi zonali. Ecco cosa cambia”
In forza dell’articolo 19 (comma 4-ter) del decreto legge n.181 del 9/12/23, successivamente attuato dal decreto MASE del 18/04/24, dal 1 gennaio 2025 è stato abbandonato il Pun (prezzo unico nazionale dell’energia elettrica) a favore del nuovo sistema di calcolo dei prezzi zonali, legati a diverse aree geografiche e direttamente proporzionale alla quantità di energia rinnovabile prodotta dalle stesse aree. Sono state identificate sette zone, nord, centro nord, centro sud, sud, Calabria, Sicilia e Sardegna e ognuna di queste zone avrà un prezzo dell’energia variabile legato al prezzo di produzione dell’energia in quella zona.
Obiettivo? Ridurre la congestione delle reti elettriche e, al contempo, incentivare, a partire dai consumatori, l’utilizzo delle fonti rinnovabili. La nuova legge, infatti, prevede che, se in un’area l’elettricità è scarsa e viene prodotta con tecnologie superate, per i cittadini di quel territorio il costo dell’energia sarà più alto. Diversamente, se in una zona l’utilizzo delle rinnovabili viene incentivato e viene fornito in quantità maggiore dell’energia prodotta con le vecchie tecnologie, ai cittadini l’elettricità costerà meno.
Le conseguenze naturali dell’introduzione dei prezzi zonali, quindi, sono che saranno premiate le regioni più green e che tutti gli utenti, per pagare meno, chiederanno alla propria zona la produzione di energia rinnovabile.
Questo nuovo meccanismo dovrebbe quindi accelerare la produzione di energia rinnovabile in tutte le regioni d’Italia, sia al Nord che al Sud, mentre adesso la situazione è un po’ sbilanciata in favore del Sud, nonostante la maggior richiesta di elettricità, a causa delle medie grandi industrie, sia proprio al Nord.
A questo riguardo interviene, però, il “burden sharing” (letteralmente “ripartizione del carico”) che è stato imposto dall’Europa. Grazie alla ripartizione, l’obiettivo nazionale in fatto di produzione di energia rinnovabile – pari al 17% sul totale dei consumi – dev’essere suddiviso tra le regioni e quindi ogni regione deve fare la sua parte. Seguendo questa indicazione, in modo naturale, tutte le regioni, per legge, devono occuparsi di produrre un tot di energia rinnovabile, azione che, in poco tempo, andrebbe ad attenuare le differenze tra le zone di mercato e a livellare i prezzi da regione a regione.
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